La Fiera di Roma si appresta ad ospitare per quattro giorni, dal 30 maggio al 2 giugno, il Festival dell’Oriente reduce dall’edizione milanese di aprile. Appuntamento denso di incontri, spettacoli, seminari e stands commerciali per far conoscere l’universo culturale e le tradizioni plurali del continente asiatico. Medicine alternative, cucina, musica e danza, pratiche meditative e religiose, usanze e costumi, giochi, arte, prodotti e piatti tipici di India, Cina, Giappone, Thailandia, Indonesia, Marocco, Filippine, Malesia ,Vietnam, Tibet, Mongolia, Nepal, Birmania, Corea, Cambogia, ed altri. Una proposta enciclopedica che tende ad illustrare quanta diversità ancora possono riservare a noi occidentali le culture orientali, o almeno quanta e quale diversità immaginiamo e quindi ci aspettiamo e pretendiamo da esse in un mondo globalizzato; un mondo nel quale le differenze etniche e culturali, attraverso le maglie obbligate di un sistema economico e tecnologico uniforme, sono nel migliore dei casi addomesticate se non falsificate, ed anzi incominciano a diventare esse stesse una merce preziosa da vendere e comprare, ed in quanto tale ad essere soggetta a contraffazione. Cercare redenzione dalla nostra vita frenetica e inautentica di mostri inquinatori e sfruttatori del pianeta nello yoga, nelle pratiche ayurvediche, o nelle medicine naturali è una strategia che pratichiamo da tempo, ma oggi è un’altro modo per dimenticare con quanto pil a due cifre, pratiche industriali inquinanti, schiavizzazione lavorativa di minori e donne, i paesi dai quali quelle tradizioni provengono sono già ampiamente compromessi. http://festivaldelloriente.net/
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