Svetonio, distante abbastanza dai fatti per permettersi di dissacrare la figura del primo imperatore, racconta che Augusto ebbe timore di agire con violenza contro i proprietari recalcitranti a concedere i terreni che avrebbero reso il suo foro spazioso quanto avrebbe desiderato, e si accontentò di quel poco che riuscì ad acquistare dai privati ai piedi della Suburra. Prudenza strana alla luce della tradizione che ci consegna un uomo che all’epoca, in un modo o nell’altro, godeva del favore delle varie forze in campo; inspiegabile se si pensa che l’edificazione fu terminata in circa quarant’anni, arco di tempo in cui il fondatore dell’Impero aveva ormai assunto il fulgore di un dio orientale. Solo narrazioni e come tali parziali e difficilmente verificabili. Ma quale racconto ha più dignità degli altri? i frammenti di colonne e capitelli, le sezioni di muro a calcestruzzo, i marmi appoggiati qua e là, le cornici istoriate a rilievo, e tutto quello che non si scorge, compreso quanto sepolto da Mussolini sotto la via dell’Impero. Il racconto analitico di archeologi e storici ha i suoi fini certamente giustificabili e sta tutto nei reperti, nella scienza e nella filologia: poche volte però dà un quadro unitario. A fatica il turista cerca di costruire il suo racconto e dalla balaustra di via dei Fori Imperiali vede se tra le macerie trova qualcosa che è anche nella guida o sullo smartphone.
Un racconto del Foro di Augusto, tra gli altri, è anche quello luminoso e virtuale, allestito dalla coppia Piero Angela e Paco Lanciano, forti dei decenni in cui hanno educato gli italiani al sapere televisivo.
Tra le tante storie che rimbalzano l’una nell’altra non sfigura nemmeno quella che, in piena home page del sito http://www.viaggionelforodiaugusto.it/ allestito da Roma Capitale per l’evento, vorrebbe giustamente l’opera pubblica votata nel 42 a.c. (diamo per buono il “poco dopo l’uccisione di Giulio Cesare” accadimento di ben due anni prima), ma alla vigilia della battaglia Farsalo e non di quella di Filippi come finora tutti gli storici antichi e moderni erano concordi nel affermare, quegli stessi storici che hanno verificato la prima essere stata combattuta da Giulio Cesare contro Pompeo nel 48 e che hanno identificato nella seconda quella effettivamente a carico di Augusto contro gli assassini del medesimo Cesare.
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