Francesco Vezzoli, un incredibile bresciano che da studente d’arte a Londra, con la dubbia autorevolezza derivatagli dai suoi lacrimoni color rosso e oro all’uncinetto applicati ai visi dello star system mondiale e hollywoodiano negli anni novanta, va in America e riesce a coinvolgere e filmare nelle sue performances icone del cinema e della musica pop quali Lady Gaga, Benicio Del Toro, Milla Jovovich, Courtney Love, Natalie Portman, Michelle Williams, Barbara Bouchet, Gore Vidal, Adriana Asti Sharon Stone e Bernard-Henri Lévy, e persino Il corpo di ballo del Teatro Bol’šoj, maltrattando, a volte addirittura torturando la loro immagine divina. Falsi trailer, con il linguaggio di quelli veri, nei quali i divi si prestano a recitare, senza contratto, senza compenso e senza copertura legale le promozioni di improbabili film che mai si faranno (emblematico quello per un presunto remake porno del Caligola, Trailer for the remake of Gore Vidal’s Caligula, presentato alla Biennale di Venezia nel 2005). Tutto nella cifra della commistione tra culture alta e bassa, con l’obbiettivo di smascherare i linguaggi persuasivi di massa, e sotto il patrocinio finanziario di grandi mecenati, come la Fondazione Prada.
E il miracolo gli è riuscito ancora al Maxxi. Dopo aver piegato gli spazi espostivi dell’edificio solitamente amorfi a parodia del museo come l’ambiente sacralmente polveroso e stantio del nostro immaginario, il 26 maggio per mandare avanti la retrospettiva Galleria Vezzoli sui suoi primi quindi anni di arte, con una cena cui hanno partecipato i rappresentanti del gota dell’arte contemporanea e marchi quali Armani, Fendi, Prada, Eni e Unicredit , è riuscito a raccogliere all’incirca 450000 euro. Esposizione del ciclo detto Trinity che vede la sua presenza al Moma PS1 di New York, e al Moca di Los Angeles, e che, non abbiamo dubbi, gli darà la consacrazione planetaria nella misura di questo millennio appena incominciato. Galleria Vezzoli, Maxxi, fino al 24 novembre 2013.
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