La Commedia dell’Arte, per quanto ci sembri un’esperienza teatrale antica, stilizzata, embrionale, è l’atto di nascita del teatro, ma forse sarebbe più giusto dire di tutto lo spettacolo recitativo moderno, anche nelle forme che questo assumerà nei secoli successivi. E questo perché in Italia, a metà del ‘500, gruppi di attori prevalentemente comici, presa coscienza del potenziale carattere economico, commerciale delle loro esibizioni, incominciano a riunirsi in compagnie stabili e ad esibirsi dietro il corrispettivo di un biglietto, dando una caratura professionale alla loro attività, e inventandosi un mestiere socialmente riconosciuto. La scena finisce così di essere il luogo in cui l’autorità esercita il suo potere rievocando i miti e dando di che distrarsi al popolo sofferente, come per il teatro dell’antichità classica; ma non è neppure più l’esercizio di buffoni al servizio in proprio del signore e della piazza, o quello volontario di colti dilettanti impegnati in sacre rappresentazioni e rievocazioni di teatro classico, come era successo nel medioevo. Servi e servette furbi, gli Zanni, capitani pasticcioni, anziani brontoloni, sono i personaggi tipo, le maschere come Arlecchino, Pantalone, Brighella, Colombina, impersonati molte volte da attori in essi specializzati, perciò in grado di improvvisare repertori di battute e scherzi all’interno di una trama esile, il canovaccio.
Possiamo rintracciarvi l’ottimizzazione dei costi tipica di uno spettacolo commerciale, un modello anche per il cinema del nostro secolo. La Casa dei Teatri con incontri, workshop e dimostrazioni celebra il 25 e 26 febbraio 2014, presso il Teatro Villa Pamphilj Villino Corsini, La Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte. Ingresso gratuito, http://www.culturaroma.it/12?evento=1149.
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