Nel 1932 Glenn Gould nacque, dal 1964 non suonò più dal vivo, nel 1982 morì. 80 anni dalla nascita e 30 dalla morte in una matematica cadenza, il pianista classico più originale, innovativo e più conosciuto dell’ultimo secolo, viene ricordato con una serie di concerti, ascolti, mostre e performance fino al 2 dicembre. Per gli appuntamenti il sito dell’Accademia di Santa Cecilia. Alexander Lonquich, da solo e in ensamble, ripercorre nei concerti all’Auditorium le preferenze del pianista; Bach, il prediletto, ma anche Shumann, Wagner, Mozart, Beethoven, Ravel, Strauss e sé stesso. Ma Gould è, oltre la musica classica, tra quelli che per primi hanno capito l’importanza dei media moderni nella comunicazione, anche artistica, creando appunto, da un certo momento in poi, un estetica dell’assenza, un sé stesso mediatico, attraverso registrazioni audiovisive e il completo ritiro dai concerti dal vivo, diventando così un personaggio al di là dei tasti del suo strumento. Questi aspetti consentono lo scandaglio della sua figura attraverso incontri e performance teatrali che avranno luogo, oltre che all’Auditorium, al Maxxi e, per merito della associazione Orma Fluens e della Asl Roma C, presso i locali di villa Lais. ascoltatelo e guardatelo.
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