Non ci rimangono che gli hashtags. Tutto si origina da un #iorestoacasa, nucleo primigenio al negativo, che che fa passare come piena e convinta decisione individuale, trionfo della libertà nella responsabilità, un’ingiunzione inquisitoria, gravida di ansia dolorosa ed impotente. Digerito questo rospo siamo pronti ad accettare tutto per quello che non è, a cominciare da #laculturaincasa, #ilmuseoincasa, #lemostreincasa, con una nomenclatura che arriva a declinarsi per le grandi occasioni, con ad esempio #Romaperil25aprile, e a diventare più specifica come nel caso di #MuseodiRoma, o, per gli eventi in streaming, #Auditoriumlives.
Per non perdersi nella cultura online a Roma si può partire dagli account sui social network, tra i quali i capisaldi sono https://www.facebook.com/culturaaroma/, https://www.instagram.com/culturaaroma/, e https://twitter.com/culturaaroma. Una volta atterrati lì, un hashtag tira l’altro e la cultura ci fa compagnia sotto forma di filmati di archivio di concerti, spettacoli teatrali e mostre del passato, tour alle mostre guidati dai curatori in persona, piccole esibizioni senza la sacralità del palcoscenico, conferenza su ogni argomento e, cosa forse inedita nella sua ufficialità, lunghe confessioni di artisti, musicisti, attori e cantanti.
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