Internazionale, settimanale che seleziona e pubblica i migliori articoli apparsi sulle testate straniere, organizza un festival che ogni anno convoca a Ferrara, nello spazio di un fine settimana, giornalisti, scrittori e artisti provenienti da tutto il mondo. Oltre a mostre, concerti, laboratori per bambini, la manifestazione propone la proiezione dei documentari e dei reportages dell’anno apparsi più efficaci nell’aprire varchi di comprensione ai grandi nodi problematici della nostra epoca. Quest’anno il festival si tiene nella città emiliana tra il 3 e il 5 ottobre e anticipa pagamento i documentari che si potranno vedere gratis, fino ad esaurimento posti, a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni dal 7 al 12 ottobre 2014. Otto in tutto i titoli (programma su http://www.palazzoesposizioni.it/events/Rassegna.aspx?idr=123), tra i quali alcuni di forte valenza rivelatrice, come la coproduzione Svezia/Stati Uniti/Danimarca/Finlandia Concerning violence del regista Göran Olsson, disamina senza sconti sull’ombra lunga della violenza coloniale. Attraverso un sapiente collage di filmati di repertorio, il film narra gli eventi che negli anni sessanta e settanta hanno portato alla liberazione del continente africano dal controllo occidentale, restituendo un tributo all’attualità delle tesi espresse nel 1961 dal filosofo psichiatra Frantz Fanon nel libro I Dannati della Terra, riguardanti le implicazioni sociologiche e persino psichiatriche del colonialismo europeo sulle popolazioni africane.
Ed ancora la resistenza di un villaggio colombiano ad una multinazionale canadese dell’oro in Marmato, i migranti di Days of hope, la ragazza che da Chicago coordina attraverso i Social la rivolta siriana contro Assad in #chicagoGirl. The social network takes on a dictator, il ragazzo americano per caso coinvolto nella rivolta libica di Point and shoot, le vicende di Alexis Tsipras e Jose Antonio Vargas, rispettivamente in Hope on the line e Documented.
Ed infine una storia emblematica del nostro tempo, quella di Aaron Swartz (Internet’s own boy: the story of Aaron Swartz), adolescente prodigio dell’informatica, sostenitore della totale libertà nella rete internet, che muore suicida a 26 anni dopo essere stato accusato di reati informatici e frode.
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