Nell’ambito del programma autunnale “Segui la Volpe”, Il Parco dell’Appia Antica, in collaborazione della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, organizza a partire dal 23 settembre 2017 una serie di visite guidate per promuovere i siti archeologici meno conosciuti presenti lungo il primo e il secondo miglio dell’Appia Antica, tra Piazza Numa Pompilio e l’area di Massenzio. In particolare, con il sostegno di alcune associazioni, tra le quali Italia Nostra Roma, tutti i sabati e le domeniche, dalle 11 alle 15 si potrà visitare Il Casale dell’ex Mulino e il Cenotafio di Annia Regilla, tutte le prime domeniche del mese, a partire dalle 11, la Cartiera Latina, e, dal primo ottobre, l’ultima Cisterna monumentale scoperta e restituita al pubblico nella valle della Caffarella Il programma completo di eventi e visite guidate su http://www.parcoappiaantica.it/altridownload/Autunno_2017_Primo_miglio.pdf
Tutte le domeniche inoltre, dalle 10 alle 13 (guida alle 11) si potrà entrare nel Sepolcro di Priscilla (davanti alla chiesa del Quo Vadis), monumento per via letteraria documentato da Stazio e perciò senza dubbio identificato come il mausoleo fatto costruire nel seconda metà del I secolo d.C. da Tito Flavio Abascanto, potente liberto dell’imperatore Domiziano, per accogliere le spoglie della sua amata sposa Priscilla morta prematuramente. Nel V libro delle sue Silvae, componimenti d’occasione composti in stile gonfio e adulatorio, il poeta dice che:
1) il liberto Abascanto, in quanto segretario ab epistulis, si occupa di tutta la corrispondenza imperiale, sa in anticipo quanto Domiziano deve sapere, precede e segue il suo signore come un’ombra; con un ritmo che ricorda il Marco Polo di Calvino, Stazio afferma che egli ha il compito di “Diramare per tutta l’ampia distesa del mondo gli ordini del romuleo sovrano, registrare e amministrare le forze dell’Impero, essere al corrente dei messaggi di vittoria che vengono dal nord, di quelli che vengono dal vagante Eufrate, dalla riva dell’Istro dal duplice nome, dall’esercito del Reno; di quanto abbia a noi ceduto l’estremo confine del mondo e Tule che risuona dintorno per il riflusso delle onde…; inoltre, se l’Imperatore deve assegnare il comando di reparti a fidati ufficiali, indicare chi sia capace di comandare una centuria, anche se si tratti di un cavaliere da distaccare presso formazioni di fanteria che sia capace di assumere il comando di una coorte, a chi convenga il grado più elevato e brillante di tribuno, chi sia più meritevole di ordinare la carica ad uno squadrone di cavalleria: Conoscere anche, in anticipo, mille circostanze, se il Nilo abbia inondato le campagne o la Libia sia sta bagnata dalle piogge portate dall’Austro…”
2) La morte spazza via la serenità del focolare prendendosi Priscilla, dolcissima e devota moglie di cotanto marito; “… che motivo c’era, infatti, di nutrire timori da parte della Fortuna, per quanto infida e volubile, quando così grande era il favore di Cesare? Ma livido di invidia il Fato trovò la strada per entrare con la sua crudele violenza nel tuo pio focolare… Le fosche reti della morte hanno stretto tutt’intorno la misera, vengono tese le trame delle inesorabili Sorelle e del filo, ormai terminato, non rimane che il capo estremo.”
3) Abascanto, squassato dal dolore e sospeso il contatto con la realtà intorno, ordina che il corpo sia imbalsamato alla maniera orientale e deposto in un enorme tomba a doppio cilindro su basamento quadrangolare da costruire lungo l’Appia Antica; a vegliare statue di dee, tutte con il viso della poveretta: “V’è un luogo alle porte di Roma, là dove si diparte la grande via Appia e dove Cibele depose i suoi lamenti nell’italico Almone, ormai dimentica dei fiumi del monte Ida; qui, o Priscilla, delicatamente avvolta nella porpora di Sidone ti compose in un ricco letto il tuo sposo, ché non poté sopportare il fumo della cremazione e il frastuono del rogo… Presto sarai riprodotta in varie immagini: In questo bronzo sarai Cerere, in quello sarai la splendente figlia di Cnosso; sotto quella volta sarai Maia, in questo marmo sarai una casta Venere…” (Traduzioni dalle Opere, Utet, a cura di Antonio Traglia e Giuseppe Arico)
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