Il Cielo in una Casa, fino al 26 aprile 2019. Franco Cenci prima trasforma Casa Vuota in un nido, rifugio caldo e protetto per eccellenza, facendo ricorso all’immaginario generato dalle illustrazioni ornitologiche, poi però, tramite giochi di specchi ed illusioni prospettiche rende questo nido il luogo della vertigine, del vuoto, dell’abisso: lo sàbota dall’interno, invitando così ad imparare a volare, ad allontanarsene per non morire. Con tutta la sapienza grafica maturata nella sua lunga esperienza, facendo ricorso ad installazioni arboree, fotografie, collage, stampe e ceramiche, l’artista ci dà forse, dal punto di vista concettuale, fino ad oggi il saggio migliore di impiego artistico di Casa Vuota, lo ricordiamo, spazio espositivo ricavato da un appartamento disabitato e rimasto nello stato in cui gli ultimi inquilini l’avevano lasciato.
Esporre arte in luoghi non preparati per l’arte, fuori dai musei, in ambienti e contesti marchiati dal quotidiano scorrere di eventi intenzionali e casuali, è il proseguimento con altri mezzi della Street e della Urban Art. A chi guarda resta molte volte il dubbio estetico se sia l’arte a valorizzare incroci anonimi e strade in degrado, o piuttosto non siano quartieri e palazzine a banalizzare interventi, istallazioni e murales. L’ornitologia sabotata di Franco Cenci esemplifica perfettamente questa tensione prospettica, questo conflitto di forze uguali e contrarie poiché sembra ispirare l’intima disposizione a forzare uno stacco, allontanarsi, spiccare il volo.
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