Dal 13 dicembre fino al 27 gennaio 2013 lo scrittore Nanni Balestrini, al Macro di via Nizza darà, si può dire una assaggio della sua arte combinatoria, esercitata sin dagli anni sessanta, in Tristanoil. Un film generato, per 186 giorni, da un software il cui loop rimonta in maniera sempre differente e casuale lo stesso insieme di clip – spezzoni di servizi televisivi, reportage, telegiornali – sul tema dell’inquinamento e del consumo dissenato delle risorse naturali da parte dell’uomo -, con gli unici vincoli di creare sequenze video tutte di dieci minuti senza ripetere mai al loro interno nessuna delle 120 clip utilizzate; Il tutto emergente da un iridescente mescolio simile a quello prodotto dal petrolio nell’acqua. Già nel ’61 con il componimento poetico Tape Mark I, realizzato con un IBM, e appunto con Tristano, romanzo sperimentale, a cui si ispira il film, con l’aiuto di un calcolatore elettronico ricombinava in maniere sempre diversa i medesimi segmenti narrativi, al fine, non realizzato all’epoca, di produrre un romanzo diverso per ogni copia del libro.
Pura sperimentazione, che allora inveiva contro la figura dell’autore, assimilata, nell’ubriacatura dell’estremismo politico, a quella del capitalista padrone e sfruttatore. Una spersonalizzazione allora funzionale alla rottura che la cultura voleva operare nei confronti delle massificazione del lavoro e del consumo.
Ma oggi? oggi rischia di annegare nel blob naturale, nell’overdose di informazioni, immagini, di interpretazioni, fluviali, incontrollate, senza filtro o punteggiatura, che ci sommergono. Oggi ci sarebbe di nuovo bisogno di un autore, un interprete, di un semplice lettore che non lasci ad un programmatore il compito di dire chi siamo.
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