Anas, Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, e David “Diavù” Vecchiato – street artist, moderno mecenate e organizzatore culturale, ideatore al Quadraro del progetto MURo, Museo di Urban Art di Roma -, tutti d’accordo a convocare artisti da ogni parte del mondo per decorare con enormi murales il Grande Raccordo Anulare di Roma (Graart http://www.graart.it); a tal punto smarrita l’identità dalla città, complice l’abnorme e disordinato sviluppo edilizio negli ultimi settant’anni; tale la frattura tra centro antico e immense periferie dormitorio, le quali ci vuole una buona dose di ostinazione a chiamarle “Roma” oltre le Mura Aureliana; tali le mutazioni antropologiche indotte da un questa gigantesca opera pubblica che è il Gra, idea incommensurabile a pensarla tutta intera per una sola città.
Ecco allora la necessità, persino politica, di ricompattare questa Roma deflagrata, recuperarne l’identità per mezzo della street art, l’unica forma d’espressione oggi in grado di coprire interamente gli spazi mediatici, quelli tradizionali come quelli aperti da internet, tenendo insieme ambienti degradati e sublime straniamento, muri scrostati e chiese barocche, figure ieratiche e immaginario pop, miti di fondazione e vita quotidiana. E questo sono stati chiamati a fare gli artisti lungo il Raccordo, non prima di aver aderito alla filosofia del progetto che li invitata a scegliere soggetti inerenti lo spirito dei luoghi in cui sarebbero stati ritratti; leggende, miti e storie che legassero queste porzioni misconosciute di Roma al Centro grandemente identitario.
tra i più prossimi, ad esempio, a Grotta di Gregna i bucrani che lacrimano sangue di Camilla Falsini evocano sacrifici ancestrali di fertilità e suggestioni decorative provenienti da tombe e mausolei disseminati lungo la vicina Appia Antica; la Tuscolana, via dell’acqua e degli Acquedotti, ha ispirato la fontanella romana tipica (nasone) di Maupal, ritratta nelle dimensioni monumentali di un obelisco del centro storico; a Tor Vergata l’artista leccese Chekos si fa suggestionare dalla vicina autostrada Roma-Napoli, evocando il forte legame tra Roma imperiale e la Campania, terra opulenta e felice, attraverso l’iconografia della dinastia Giulio-Claudia.
Come nelle cattedrali medievali i fedeli affidavano ai cicli pittorici la guida nella comune identità cristiana, al prezzo di preghiera, umiltà e penitenza, gli automobilisti in file anonime e interminabili, altrettanto penitenti potranno almeno rammentare la loro comune origine. La mappa degli interventi in http://www.graart.it/mappa/
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