Sabato 10 e domenica 11 novembre il Parco Regionale dell’Appia Antica festeggia i trent’anni dalla sua istituzione, formalizzata con la pubblicazione delle Legge Regionale n. 66, per l’appunto, del 10 novembre 1988. Musica in molti siti del Parco (evento finale con Ambrogio Sparagna al Parco degli Acquedotti, domenica), letture (Margherita Buy legge Madame de Stael alla Cartiera Latina), conferenze (l’occasione per illustrare la recente approvazione regionale di ampliamento dell’area protetta), eventi per bambini ed adulti, birdwhatching, passeggiate archeologiche e naturalistiche, visite guidate a piedi o in bici, e tanto altro in tutte le sedi e i luoghi di interesse del Parco, come si può leggere agli indirizzi Programma_sabato.pdf e Programma_domenica.pdf.
Una storia lunga, articolata e complessa quella del Parco, che ha trovato il suo filo di raccordo, nella seconda metà del secolo scorso, nell’ambientalismo pionieristico di Antonio Cederna e della sua Italia Nostra. Una battaglia senza tregua a speculazioni edilizie, incuria e prepotenze dei privati che ha portato l’Ente Parco a conquistare centimetro per centimetro l’area che dal centro città, a raggiera, si estende fino ai Castelli Romani; una lotta ancora oggi lontana dal potersi dire conclusa. Tra i problemi la pressione di traffico e inquinamento esercitata dai popolatissimi agglomerati urbani adiacenti, per i quali il Parco è indubbiamente una valvola di sfogo contro cemento e asfalto; ma anche proprietà private arroganti che sfruttano economicamente il pregio dell’area e inglobano in qualche caso al loro interno rovine di interesse archeologico; infine larghi pezzi di territorio sotto la pur assennata tutela ecclesiastica.
Significativa l’apertura straordinaria ai visitatori, grazie alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, delle Catacombe di San Callisto con annesso Museo della Torretta, e dei Musei e Spelunca Magna alla Catacomba di Pretestato, tra le più integre testimonianze iconografiche, architettoniche e monumentali, in grado di far comprendere il processo di cristianizzazione nei primi secoli.
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