Quest’anno è il quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini (2 novembre 1975), tra gli eventi centrali della storia della Repubblica. Libri al Centro, il primo festival letterario organizzato e promosso da un centro commerciale, lo ricorda con una mostra di fotografie scattate da Carlo Riccardi. Decano assoluto dei paparazzi cantati da Fellini, la sua macchina fotografica dal dopoguerra in poi ha ritratto, ma anche contribuito ha costruire (in questo la poesia felliniana) un altrove abitato da divi, eroi del cinema e irraggiungibili donne e uomini del jet set internazionale, teofanie per le strade eleganti di Roma. Inevitabilmente il Pier Paolo che vi si scorge è quello, dobbiamo dire a proprio agio, del cinema, mondano, inseguito dagli scandali, in un’immagine mediatica premonitrice.
Sui set cinematografici, ai premi letterari colmi di mondanità, in tribunale a rispondere di oscenità, con attori e attrici. Pasolini intellettuale sotto la lente del gossip potrebbe passare per il fondatore di un modello archetipico del gossip medesimo, l’eroe eponimo della comunicazione di massa, quella che agli intellettuali almeno a parole non può che risultare anche oggi volgare, falsa, fuorviante, consumistica. Ma le sua “dolce vita” fotografata, esposta oggi in un tempio del consumismo, in mezzo a negozi di abbigliamento e profumerie, a lato di un convegno letterario cui tutto sommato partecipano anche insigni studiosi, può ribadire la convinzione propria del poeta che la sopravvivenza di un sistema dipende dalla capacità di questo a digerire tutto, comprese le idee e i gesti che ad esso si oppongono.
Così può capitare che ci si ritrovi a cantare la gloria di Pasolini da un pulpito che per lui avrebbe dovuto essere abbattuto. http://www.cinecittadue.com/librialcentro/pasolini/
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