Il jazz una noia mortale, proprio non lo apprezzate e considerate quelli a cui piace millantatori, falsi intenditori pieni di sé. Musica vecchia, tappeto di vecchi film e degli anni perduti del ‘900, oppure troppo nuova, con troppe note buttate lì casualmente, senza capo né coda. All’Auditorium Stefano Zenni, uno che ha i titoli anche accademici per farlo, ha organizzato cinque incontri per dare un infarinatura del genere, una base per farvi cambiare idea, uno a marzo, due ad aprile e due a maggio; ascolti, video e immagini ad illustrare dischi e musicisti fondamentali, con un andamento comprensibile e non paludato. E si parte il 10 marzo da Kind of Blue, il Disco del jazz, il monumento del genere e della musica di tutti i tempi, in cui Miles Davis convocando John Coltrane, Bill Evans, Paul Chambers, Jimmy Cobb, Wynton Kelly al piano per Freddie Freeloader, sconvolge i rituali del jazz, liberandolo dalle regole e complicando le linee d’improvvisazione; lo semplifica così per gli ascoltatori, anche i meno provveduti, che dal 1959 non possono fare a meno di ascoltarlo, e al tempo stesso dà un modello ai musicisti di tutti i generi che da allora non ne possono non tener conto. Lezioni di Jazz.
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