Psiche, ultima e più avvenente di tre sorelle, tra i mortali per bellezza fa concorrenza a Venere. La Dea indignata ordina ad Eros (amore) suo figlio di colpirla con le sue frecce dorate per indurla ad innamorsi dell’uomo più disgraziato del mondo e condannarla così all’infelicità. Eros inaspettatamente se ne innamora e condottala in una dimora fantastica per unirsi a lei, pretende il buio per i loro incontri e le chiede assoluta segretezza sul loro legame; le sorelle invidiose riescono ad entrare nella dimora e inducono la fanciulla a disubbidire alle raccomandazioni del Dio: con l’inganno Psiche scopre l’identità dell’amante. Eros è costretto a abbandonarla e a ritornare presso la madre. Psiche però non ci sta e supera le impossibili prove imposte da Venere per riconquistare il suo posto a fianco del Dio. Così la racconta Apuleio a metà del II secolo d.c. nelle Metamorfosi ipnotizzando il lettore e gli artisti che nel corso di diciotto secoli hanno ritratto le sequenze salienti della favola. Dal 16 marzo fino al 10 giugno 2012 moltissime opere d’arte che hanno per oggetto il mito sono in mostra a Castel Sant’Angelo; esauriente documentazione all’indirizzo della Sopraintendenza
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