L’acrilico, notoriamente rapido a seccare, e il cartone da imballaggio riciclato, supporto fragilissimo, sono segno di mano sicura e pensiero veloce, insomma di un grado elevato di virtuosismo pittorico. Gli ambienti domestici e i mobili ritratti vuoti, anzi svuotati, per affinità fanno risuonare come una cassa armonica lo spazio espositivo che accoglie la sua prima personale. Sembra un inchino moralmente doveroso davanti allo specchio, ma questo è Damiano Azzizia, pittore ventiseienne di Martina Franca (Taranto) in esposizione a Casa Vuota sino al 13 ottobre 2019.
Durante un trasloco la fatica debilita la mente, frantuma la memoria. La nuova abitazione, nonostante le accortezze, non riesce mai a contenere tutte le cose accumulate nella vecchia. La superficie della nuova casa diminuisce in ragione del tempo trascorso in quella lasciata, dove viceversa dal medesimo era moltiplicata. Il cervello corre, processa, cancella, prova a riordinare, ma ruota solo intorno al proprio asse. Giungere finalmente a vedere, anche solo ad immaginare la tua casa realmente vuota è in fondo un’utopia. Se ti capita anche solo per un istante, in quell’istante hai dominato il tempo.
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