In attesa dei bandi del PNRR e quindi a prescindere da essi, Cinecittà sembra da qualche anno a questa parte avere già fatto i giusti passi per rinnovare i fasti di un tempo. Dal momento in cui, nel 2017, proprietà e gestione dei teatri di posa di via Tuscolana 1055 sono tornati nelle mani dello Stato attraverso la gestione dell’Istituto Luce Cinecittà, insieme ai servizi di post produzione, Digital Factory, restauro, conservazione e merchandising, c’è stato un crescendo di attività che ha visto il massivo ritorno di produzioni, in special modo internazionali.
Il risultato è un inaspettato utile di 1,8 milioni di euro nel bilancio 2022, ma soprattutto, fino ad oggi, il completo per tutti i teatri e set disponibili, come il ritorno delle produzioni estere (il 70% del totale) e dei grandi nomi internazionali. Dopo che nei mesi scorsi hanno girato negli Studi Angelina Jolie e Salma Hayek (Without Blood), Jane Fonda e Diane Keaton (The Book Club 2), Willem Dafoe e Lily James (Finalmente l’alba), e dopo che il fresco premio Oscar per il miglior film straniero con Niente di nuovo sul fronte occidentale, Edward Berger, ha completato le riprese di Conclave, arriva Denzel Washington con la terza stagione della serie The Equalizer. Ed ancora, in lavorazione la serie Netflix The Decameron, quella sui gladiatori di Roland Emmerich Those about to die, ed M, tratto dai libri di Scurati per Sky.
Con 19 teatri di posa attivi, 4 in ristrutturazione, 5 in costruzione ed un grande smart stage (una sorta di sfondo digitale per portare virtualmente gli attori in carne ed ossa a recitare in qualsiasi luogo) di 350 metri quadri, Cinecittà si rinnova e conferma la sua grande tradizione nel cinema e nell’audiovisivo. Intervista ad Antonio Maccanico, amministratore delegato di Cinecittà S.p.A.
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