Dopo le conferme sperimentali attese da decenni sulla realtà delle onde gravitazionali – pare per la prima volta acquisite quest’anno dal gigantesco interferometro (Ligo) del Mit, parte di un unico progetto insieme a quello di Pisa (Virgo), evidentemente meno fortunato – Il Festival delle Scienze 2016 tributa tre giorni, dal 20 al 22 maggio, alla Relatività generale. Lectiones magistrales, incontri con fisici, filosofi e psicologi, spettacoli ed un’installazione per rendere nota ancora una volta l’esattezza delle intuizioni di Einstein a cento anni dalla pubblicazione sul numero 49 degli Annalen der Physik dell’articolo Die Grundlage der allgemeinen Relativitätstheorie (Fondazione della teoria della Relatività generale): Una cinquantina di pagine in cui lo scienziato tedesco, forte delle conoscenze sulle curvature (concetto matematico che va oltre l’intuitiva collocazione nello spazio tridimensionale consueto a noi profani), elaborate nel secolo precedente da Gauss e Riemann e portate a maturazione dai lavori di Luigi Bianchi, Gregorio Ricci-Curbastro e Tullio Levi-Civita, riesce a dare esattezza di calcolo alle implicazioni sulla gravità prodotte dalle intuizioni su luce, spazio e tempo, da lui stesso avute con la Relatività ristretta dieci anni prima.
L’equazione di campo contenuta nell’articolo è lo specchio logico che riesce a dare conto degli effetti della forza gravitazionale in ogni punto dell’universo, in modo ancor più stringente e indubitabile di quanto facessero le pur valide leggi di Newton. Il seguito è stato un affastellarsi di precise quanto precarie misurazioni su perielii di Mercurio, lenti gravitazionali, buchi neri, onde gravitazionali, tutti banchi di prova superati dalla teoria. Senza tacere però l’evidente incompatibilità con la Meccanica Quantistica, l’altra grande frontiera della scienza partorita dal XX secolo, che si occupa in maniera altrettanto egregia dell’infinitamente piccolo. Ospiti e programma su http://www.auditorium.com/eventi/festival/6022867/1463695200
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