Tutto può succedere a Roma, ma dopo questo tutto è impossibile morire di sete. Dal 1874 i “nasoni”, le tipiche fontanelle in ghisa di un metro e 20 per un quintale, hanno proliferato dal centro alle periferie fino ad essere oggi, secondo Acea, ben oltre duemila, per un sistema di distribuzione gratuita dell’acqua pubblica che non ha paragoni al mondo. Pensate inizialmente, a dir la verità, per sopperire alla mancanza di acqua corrente casalinga, soprattutto nelle periferie, questo rete capillare di zampilli ininterrotti ha saputo continuare ad essere indispensabile per più di un secolo come sistema di controllo sulla pressione nelle tubazioni degli acquedotti e sulla purezza dell’acqua – acqua di fatti in nessuna ora del giorno e della notte stagnante – fino a diventare uno dei simboli distintivi di Roma nel mondo.
Questo patrimonio, insieme alle fontane più o meno monumentali e alle moderne case dell’acqua (fontanelle ad alta tecnologia che oltre ad erogare acqua liscia e frizzante, permettono di ricaricare i dispositivi elettronici ed avere informazioni turistiche), da alcuni mesi l’Acea l’ha reso disponibile su Waidy, un’applicazione interattiva che da smartphone e dispositivi mobili geolocalizzati, previa registrazione, consente a cittadini e turisti di conoscere la posizione di fontane e nasoni presenti nelle vicinanze del punto in cui si trovano, dando loro informazione anche sui luoghi di interesse storico, artistico o archeologico intorno, e promuovendo, tramite attività di contest e gaming, un uso responsabile dell’acqua e della plastica per contenerla. per scaricare Waidy: Apple Store e Google Play.
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