C’è continuatà nella visione artistica anglossassone sul contenuto repressivo e distorcente dell’educazione, e lo dimostra questa esposizione colossale di ottanta opere di Paul Harbutt al Museo Carlo Bilotti. la denuncia sommamente retorica del progressive dei Pink Floyd in The Wall, come pure il sarcasmo espressionista e visivo del Kubrick di Arancia Meccanica, si muta nel pittore scultore angloamericano in ironia globale, attraverso l’uso del tratto grafico da illustrazione pubblicitaria primo novecento, didascalie al neon, e l’inserzione di fotografie segnaletiche da riformatorio. Le marachelle grandi e piccole di bambini adolescenti e ragazzi, lievi e pericolose, corrodono il contenuto necessariamente repressivo che il mondo adulto esercita sulla vitalità infantile, libertaria e non curante della stessa propria incolumità. Fino al http://www.youtube.com/watch?v=f5h7FLyByS0
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