In occasione dei 1900 anni dall’ascesa al potere di Adriano e a 30 anni dalla morte di Marguerite Yourcenar che con il suo libro ci ha consegnato l’immagine definitiva dell’imperatore, il Parco dell’Appia Antica, all’interno del Mausoleo di Cecilia Metella, accoglie la mostra Archeologia Immaginaria di Paola Crema, scultrice-orafa fiorentina di respiro internazionale. Fino al 10 novembre 2017, intorno e dentro il torrione circolare sarà possibile ammirare statue in bronzo ispirate alla mitologia classica e alla figure di Adriano e Antinoo, e maschere sbalzate che ricordano quella micenea di Agamennone, tutte dalle forme energiche ed inequivocabili ma incrostate, monche, come fossero emerse da un’immaginaria campagna di scavo archeologico, della quale l’artista non manca di fornire prova, ovviamente artefatta, con un’ampia documentazione fotografica.
Identificare i processi dell’arte con quelli della archeologia, da frammenti intuire universi interi, non è cosa nuova. C’è da capire però come per la figura e il mondo di Andriano questo sia diventato un riflesso condizionato, quasi l’abbrivio automatico di un’associazione d’idee. Durante il suo principato (117-138 d.C.) consolidò i confini dell’impero, rinunciando a territori indifendibili, e fece costruire il vallo difensivo in Britannia; privilegiò la politica interna cancellando i debiti che i cittadini e gli abitanti delle province avevano contratto verso le casse imperiali e incoraggiando la coltivazione dei terreni abbandonati; rese più lieve la condizione giuridica degli schiavi e operò in favore dei fanciulli della penisola italica, favorendo così l’aumento della popolazione; al tempo stesso fu inflessibile tra il 132 e il 135 e soffocò nel sangue l’ennesima rivolta giudaica. Viaggiò costantemente durante il suo mandato e raggiunse tutte le provincie dell’impero, Britannia, Gallia, Siria, Egitto…, proprio tutte, e durante questi viaggi si nutrì delle altre culture, in particolare di quella greca e orientale; si interessò di letteratura, arte, architettura, e diede un impulso notevole alla produzione artistica ed architettonica: fece costruire la fantastica villa nei pressi di Tivoli, un nuovo quartiere ad Atene, a Roma fece restaurare il Pantheon ed erigere un mausoleo per sé.
Fece questo e tanto altro ancora, ma soprattutto con un colpo da maestro illuminò tutto quanto attraverso lo sguardo di Marguerite Yourcenar.
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