Riguardo le Mura Aureliane non si può dar torto alla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale. Nonostante, preso unitariamente, sia il monumento più grande della città e la cinta muraria urbana più grande al mondo, esso risulta – complice la sua frammentazione e completo inglobamento, in molti casi riuso, nel tessuto urbano – come il meno leggibile ed interpretabile, non solo per i turisti e residenti occasionali, ma anche per molta parte degli stessi cittadini romani.
In qualunque verso si decide di attraversare Roma, dalla periferia al centro, dal centro alla periferia, da periferia a periferia, capita di incontrarne resti così cospicui, frequenti e maliziosamente ripetitivi da risultare inutili come punti di riferimento, se non fraudolenti. Tanto manomessi in duemila anni – tratti merlati, ristrutturazioni posticce, materiali riferibili ad epoche diverse – da conservare poco di ciò che mediamente le persone intendono per rovine dell’antica Roma, e per questo confondersi con le vestigia simili presenti in tante altre città italiane. Guardandole in tralice, alla stregua di filari di lampioni o tombini cadenzati – importanti per il funzionamento dell’organismo urbano ma non certo per il bagaglio di eccellenze di Roma da portare con sé – molti rinunciano ad identificarne l’origine e la storia. Rovine tenute bene se si vuole, ma a Roma ce ne sono tante, troppe di rovine più rovine di queste.
Per cercare di rimediare, per aiutare a coglierne il senso storico, architettonico, e il rapporto con la città cresciuta lungo ed ben oltre i circa 12 chilometri di perimetro (oggi sarebbe definita certamente una “grande opera”) si è deciso di commissionare un ciclo fotografico delle Mura ad Andrea Jemolo, fotografo artista romano di caratura internazionale, specializzato in foto di architetture, del quale sono note le scorribande in città, anche tra i casermoni più infimi della periferia. Walls. Le Mura di Roma. Fotografie di Andrea Jemolo è la mostra all’Ara Pacis fino all’8 ottobre 2018, che ne raccoglie 77 in grande formato e le affianca alle 50 fotografie dal fondo Parker e 17 fotografie provenienti dall’Archivio Fotografico, entrambi custoditi dal Museo di Roma, scattate alle Mura Aureliane nell’ottocento.
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