Una breve pausa dalla chiusura della stagione sinfonica e Santa Cecilia offre una serie di concerti estivi meno impegnativi e rivolti ad un pubblico più vasto di quello che solitamente frequente le sale da concerto. Dopo Ennio Morricone che dirige sé stesso il 2 luglio, fortemente attrattivo per le reminiscenze cinematografiche, e aspettando per il 23 luglio una vera istituzione per il violino italiano e internazionale nota a tutti come Uto Ughi, il 9 luglio il duo formato dal violinista russo Aleksey Igudesman e dal pianista anglofono di origine coreana Richard Hyung-ki Joo.
Entrambi, per altri versi serissimi cultori se non virtuosi del loro strumento, danno vita al loro spettacolo – sì spettacolo, ché di concerto non si può proprio parlare, almeno nel senso consueto del termine – durante il quale mescolano il repertorio classico con la canzone popolare e, facendosi forti di una tecnica sopraffina nonché di accentuate capacità istrioniche, propongono una vera e propria sceneggiatura comica, fatta di recitazione, scherzi, custumi, ma anche di oggetti e strumenti creati a posta.
Non è certo la prima volta che questa strada viene tentata, si pensi per l’Italia al jazzista Stefano Bollani, per quanto costituisca un esempio meno appariscente. Resta notevole però come in questo caso al gioco si prestino le grandi orchestre in libera uscita, compreso il collettivo dell’Accademia di Santa Cecilia. Si potrebbe pensare che a fronte degli immensi quantitativi di immagini e stimoli che le tecnologie mettono a disposizione e rende manipolabili, qualsiasi vecchia forma d’arte, come la musica, presa da sola risulti ormai troppo astratta per essere apprezzata.
http://www.santacecilia.it/concerti_e_biglietti/schedaEvento.html?i=1000011176&d=20150709&o=21.00
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