Alla sua sedicesima edizione, Letterature Festival Internazionale di Roma ritorna nella tradizionale Basilica di Massenzio tra il 21 giugno e il 21 luglio con otto appuntamenti, ma prova a spingersi nel resto della città, prevedendo una serie di 26 iniziative alla Casa della Letterature (piazza dell’Orologio) e in periferia, nel sistema delle Biblioteche pubbliche di Roma, posti densamente frequentati da accaniti lettori. Coinvolge autori di saghe e monumentali volumi con non meno di mille pagine, noti in tutto il mondo come Amitav Ghosh, premi Pulitzer (Hisham Mata, Viet Thanh Nguyen), affermatissimi scrittori italiani e stranieri (Melania Mazzucco, Marcello Fois, Antonio Manzini, l’irlandese Colm Tóibín, l’ungherese László Krasznahorkai, solo per citarne alcuni).
Li invita a produrre un testo inedito, ispirato da una loro lettura, quella che li ha più coinvolti, affascinati, prodotto in loro un cambiamento, come persone e come scrittori, ed ad offrirlo durante le serate con l’aiuto di attori e musica dal vivo. Li induce così a farsi incursori, nel senso militare del termine, nei testi altrui, predatori e banditi nel solco tracciato dal tema di questa edizione “Scrittori/Lettori, I Banditi della Parola”.
In fondo il libretto di istruzioni per fare letteratura, un gioco infinito di rimandi e convenzioni da cui discostarsi per poi tornarvi al più presto, norme non scritte che confinano all’interno di un linguaggio, cui obbediscono anche gli organizzatori di festival, di questo in particolare, quando intitolano le serate con il calviniano Incroci e destini o Bambine che non spengono la luce alla Stieg Larsson. Lo conferma Giuseppe Montesano che al Festival arriva dopo aver scritto e pubblicato Lettori Selvaggi, un libro-monstre di 1920 pagine, in cui da lettore selvaggio egli stesso accumula con furia torrenziale tutte le manifestazioni della creatività e dell’intelligenza umana, dalla preistoria alla modernità, dando prova di un’erudizione ed una pazienza che si fatica ad immaginare in un solo uomo.
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