Nasce nel 1928 con un parto gemellare. La madre muore per malattia e, ancora bambina, perde il padre in un incidente stradale. Viene adottata insieme alla sorella dalla ricca famiglia borghese delle zia paterna, moglie di Robert Einstein, cugino di primo grado del grande Albert. Abita nella villa della zia fino a quando questa viene requisita dai tedeschi in fuga nell’estate del ’44. Osserva da un finestra la fucilazione sommaria della zia e delle due cuginette, decisa dai tedeschi probabilmente per punire la condotta del parente Albert Einstein, ebreo fuggito in America. L’eccidio, passato alla storia come la strage di Rignano, induce un anno dopo al suicidio lo zio Robert e lascia segni indelebili nella sua psiche. Affida la cospicua eredità ad un tutore e va a Londra dove, provetta disegnatrice, si iscrive alla Slade School of Art, ma l’amministrazione disonesta di questi la lascia completamente al verde. Vive con piccoli lavoretti; in modo fortuito ruba l’attrezzatura cinematografica da uno stanzino della scuola e nel 1956 riesce a girare i suo primo film K dalla Metamorfosi di Kafka. Il suo Togheter, la storia di due sordomuti in zona povera di Londra, insieme ai films di Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson, costituisce l’atto di fondazione del Free Cinema britannico, la rivoluzione libera e sperimentale che travolge le paludate regole della cinematografia inglese e non solo.
Negli anni sessanta è in Italia e scrive libri, tra i quali il caso editoriale Il cielo cade, vincitore del Viareggio, resoconto autoterapeutico dell’eccidio dei parenti. Questo e molto altro è Lorenza Mazzetti, stasera alla Casa del Cinema dove interverrà per presentare il suo libro Diario di una londinese, nell’ambito di una rassegna dedicata al Free Cinema.
Lascia un commento