Quentin Tarantino The Hateful Eight, il suo ultimo film, l’ha voluto epico, non tanto nella drammaturgia sopraffina e grottesca nella prima parte – rintracciabile ad esempio nel teatro di Edoardo ma unica in tutta la storia del cinema -, oppure per lo stile splatter della seconda, quanto nel senso visivo e propriamente cinematografico del termine; ha girato un Western chiamando un Ennio Morricone vicino ai novant’anni per la colonna sonora e girando su pellicola di 70 mm a lente anamorfica più di ogni altra in grado di restituire tutta la larghezza d’angolo (circa 140 gradi) apprezzabile dall’occhio umano, già utilizzata nei grandi kolossal tra gli anni cinquanta e sessanta. Panorami aperti, distese innevate, paesaggi montani senza limiti. Naturalmente si è dovuto preoccupare che il film fosse proiettato nella giusta maniera visto che ormai nessuna sala al mondo poteva riprodurre il formato correttamente o quanto meno con gli effetti visivi voluti.
Accanto al circuito tradizionale si è quindi premurato di allestire allo scopo cinquanta sale cinematografiche in tutto il mondo che fossero in grado di mettere in risalto le qualità della pellicola, riservando ad esse la versione integrale del film. Una di queste sale, unica per il centro-sud d’Italia, è stata attrezzata negli Studi Cinematografici di Cinecittà, all’interno del felliniano Studio 5: quasi 900 posti, aria condizionata, 15 euro per il biglietto, a partire dal 29 gennaio, tutti i giorni con due o tre spettacoli. Grazie alla 01Distribution, Cinecittà si Mostra e Cinecittà Studios l’iniziativa Cinecittà Winter Film Show proseguirà le proiezioni in 70 mm per tutto febbraio con una rassegna dedicata allo stesso Tarantino e a Sergio Leone. http://cinecittasimostra.it/content/scopri-le-novita
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