I Makers, artigiani digitali, coloro che hanno sublimato con i mezzi nuovi della tecnologia il sentimento amatoriale del fai da te, il furore sacro della manualità, la dannazione senza uscita del costruire o semplicemente riparare in proprio; usiamo il verbo sublimare nel senso metaforico quanto basta a denotare come nel passaggio dai bit nel computer agli atomi e alle molecole delle loro creazioni, è proprio l’intervento manuale che incomincia ad essere sempre meno decisivo. Tecnologie quali il design digitale, le stampanti 3D, i sensori collegati a processori economici come Arduino consentono agli artisti inventori di pianificare e realizzare oggetti e meccanismi qui ed ora, il cui funzionamento è immediatamente verificabile; senza aspettare che qualcuno molto potente e danaroso valuti il progetto, realizzi il prototipo, e metta in moto mastodontiche rotative per produrlo.
Il bricoleur da Start up, l’artigiano industriale, in questo modo vede vicino il miraggio di far diventare la sua passione un lavoro, un business e per questo desidera ardentemente due cose: che qualche facoltoso finanziatore creda nella sua invenzione e che questa sia utilizzata, comprata, glorificata da tantissime persone, milioni, forse tutte quelle presenti sul pianeta.
I makers sul campo, più di 200, le cui invenzioni sono state selezionate tra quelle inviate da tutta Europa, e gli intellettuali, i teorici del movimento, si incontreranno al Palazzo dei Congressi dell’Eur dal 3 al 6 ottobre per dircene e soprattutto farcene vedere delle belle. http://www.makerfairerome.eu/it/. Per vedere alcuni realizzazioni http://maker.focus.it/. Gli americani iniziatori su http://makerfaire.com/
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