In occasione del centenario della morte di Giuseppe Mercalli, presso la sala dell’antica Sacrestia del Complesso di Santa Maria in Campo Marzio, organizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, una mostra itinerente a Roma dal 18 settembre 2014 con attrezzi, appunti, foto e percorsi tematici che raccontano la sua attività di scienziato. Esistono nomi e parole che da sole mettono in scena un mondo; “Mercalli” è un insieme di sillabe che in ciascuno tira dietro terremoto, macerie e morte; questo nonostante che al Mercalli (meticoloso prete scienziato) per dare il suo nome alla mercalli (scala d’intensità dei sismi) sia bastato solamente fare una, pur importante modifica a quella di dieci gradi già creata da M.S. De Rossi e da F.S. Forel. Senza la mercalli scala però i pochi cultori e specialisti che si fossero interessati al Mercalli scienziato avrebbero avuto da figurarsi un uomo paziente di fine ottocento che, appreso dal suo maestro Stoppani un approccio positivo e concreto alla scienza, percorre a piedi su e giù il crinale del Vesuvio, portandosi via campioni di rocce mentre annota ogni particolare riguardo l’attività del vulcano; o avrebbero dovuto pensare un mite e solitario professore che fa di tutto per stabilire sé e i suoi studi nel posto dove, secondo lui e secondo la sterminata letteratura sui terremoti raccolta, sarebbe stato più probabile il prossimo sisma da manuale. Incurante di crolli, lapilli, fiumi di lava e nuovi crateri che si aprono. Un uomo siffatto non poteva far altro che morire in casa, carbonizzato a causa di un prosaico incendio domestico, un fatto banale, privo del mistero che per tutta la vita egli aveva immaginato si celasse nelle profondità della terra. http://annomercalliano.ingv.it/index.php?lang=it
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