MANGIARE E BERE AL TUSCOLANO CINECITTA’ – Moma Pizzeria Romana. Dopo Sforno e Fermentum, terzo vertice in zona del triangolo della lievitazione a 72 ore, Moma Pizzeria Romana, tra gli enormi palazzoni di Don Bosco (via Calpurnio Fiamma, 40-44), è l’ulteriore conferma che un quartiere popolare come il Tuscolano Cinecittà può raggiungere vette senza limiti con pizza e dintorni, mentre in generale nella ristorazione di livello – l’esperienza conclusa anni addietro dell’osteria gourmet Giuda Ballerino di Andrea Fusco sembra averlo dimostrato – fa più fatica.
Bisogna rendere, certo, il giusto tributo alla pizza, di tipo romano medio-bassa, con cornicioni croccanti, fatta con varie farine macinate a pietra, digeribile e fragrante per la lunga lievitazione e condita con ingredienti di base provenienti da Umbria, Campania, Toscana e Agro Pontino (da provare Margherita, Margherita sbagliata, Super marinara, Pancia del diavolo).
Ma questo locale, dallo stile moderno, tra industriale e trattoria tipica (sedie con la seduta impagliata in vimini), sorprende soprattutto per l’originalità di gusto e di presentazione profusa in antipasti e fritti. Patatine fritte cacio e pepe, Calzone di scarola, Polpette di baccalà mantecato, Polpette di melanzane, Mozzarelle in carrozza impanate col pane di Lariano, Crocchetta ricotta e spinaci, tra i supplì il Supplizio classico creato da Arcangelo Dandini, Mousse al cioccolato, Crostata mele, cannella, e mandorle tostate, ecc.. Il tutto messo nel piatto con colore e gusto. Attenzione però, il meglio del menù è il fuori menù scritto giornalmente su una grande lavagna, un tripudio di creatività e stagionalità degli ingredienti.