Nuovo capitolo della contesa che b&b, case vacanza e affitti brevi, ma più che altro le grandi piattaforme mediatrici, Airbnb e Booking in primis, da anni hanno ingaggiato con le amministrazioni delle grandi città. Se in molte occasioni ci ha fatto comodo guardare oltreoceano, dobbiamo osservare che le autorità di New York da questa settimana hanno imposto ai proprietari regole molto più stringenti – per altro alcune da tempo in vigore ma pochissimo rispettate, sia dai proprietari che dalle piattaforme di prenotazione – per l’affitto a breve termine.
Il problema, secondo gli amministratori (tra l’altro sospettati di connivenza con le lobby di albergatori), è che nei quartieri centrali e non solo, con la crescita dell’affitto breve si è azzerata la disponibilità di alloggi per la normale locazione a residenti e famiglie, che le poche case rimaste si affittano a prezzi altissimi e che che nei condomini sono aumentate le lamentale per il degrado dovuto a schiamazzi, sporcizia e disordine, fenomeni a volte associati al turismo. Tutte circostanze che stanno preccupando le città più attrattive del mondo, comprese quelle italiane, Roma, Firenze, Venezia, ma anche Bologna ed altre.
Pronta la piattaforma online per le domande dei proprietari della Grande Mela che vogliono registrarsi. L’amministrazione le esaminerà e le approverà solo, ad esempio, nel caso esse non riguardino l’affitto di appartamenti interi per meno di 30 giorni, attestino con il supporto della dovuta documentazione che i proprietari stessi vi abitino e che gli ospiti non siano più di due. Praticamente in questo modo si vieta l’affitto di appartamenti interi per meno di 30 giorni, la tipologia più presente sui portali. Tra le proteste di Airbnb oltre che degli stessi proprietari, il risultato è che sinora delle 3.250 domande presentate ne sono state accolte solo 257. Le piattaforme dal loro canto non potranno accettare prenotazioni per strutture che non abbiano l’autorizzazione. In caso contrario previste multe di 5.000 dollari per i proprietari e di 1.500 dollari per la piattaforma ogni transazione illegale conclusa.
Le autorità della megalopoli sostengono che attualmente con queste regole 10.800 annunci di appartamenti a New York su Airbnb sarebbero irregolari. Con queste norme a Roma – dove il Comune dopo un indagine sui portali di prenotazione calcola più di 12.000 strutture abusive – sarebbero un’ecatombe.
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