Al Palazzo delle Esposizioni fino al 21 luglio 2013 le prime tre pubblicazioni di Helmut Newton come fotografo d’arte e al di fuori dello stretto, per quanto da sempre cosmopolita, circuito della moda. White Women, Sleepless Nights, Big Nudes, per circa duecento foto pubblicate tra il 1976 e il 1981, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino. In ordine, ci viene in mente che 1) il bianco e nero, come espressione essenziale, veicola in buona percentuale la declinazione visiva dell’arte, perché questa per noi da molto tempo si identifica con ritrovamento archeologico, il momento cioè in cui impariamo a costruire un mondo a partire da una spoglio, sporco, monco, solitario oggetto. 2) le foto di Newton rendono indistinguibili tra loro i decenni ’60, ’70, ’80, ’90 e duemila, si posizionano in un futuro a perdita d’occhio, non sono connotate da una atmosfera datata e fanno il miracolo di non suscitare nostalgie per epoche migliori in cui i giovani volevano cambiare il mondo ed erano pieni di ideali. Insomma non rovistano nella nostra memoria, sempre più globale, come fa la moda per cui il fotografo lavorava o come fa la pubblicità allo scopo di venderci qualcosa.
3) ci fanno valutare con nettezza la brevità dell’istante, quello dello scatto, in cui i corpi conservano la loro posa compatta elegante evocativa, prima di tornare a scomporsi in mille goffi movimenti, forieri di pornografica miseria e impacciati da fisiologici richiami riproduttivi.
Come il Nostro solo l’omonimo Isaac, nei momenti di piena emancipazione dalla tradizione alchemica, riusciva ad astrarsi a tal punto dal suo mondo e dal suo tempo che solo per capire la banale rotazione di un secchio ad una fune insieme a quella dell’acqua in esso contenuto arrivò ad immaginare lo spazio assoluto.
Dall’Autobiografia (Helmut Newton. Autobiografia, 2004): ” Con tutte le elucubrazioni intellettuali di questi ultimi anni intorno alla fotografia, molti colleghi aspettano così tanto prima di scattare che sembrano quasi abbiano paura di farlo. Si va diffondendo una forma come di costipazione e forse un giorno gli unici fotografi in circolazione saranno i fotoreporter, mentre gli altri preferiranno occuparsi di filosofia. ”
Ci aveva previsti.
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