Per il 2014, a partire dal 16 ottobre, SET, spazio espositivo di via Tirso, si presta ad ospitare Body World, la terrificante mostra itinerante che, senza divieti, accompagnata solo da qualche fisiologica polemicuccia etico religiosa e occasionali intoppi legali sulla provenienza dei corpi, dal 1995 continua a vagare indisturbata per il mondo, mietendo per di più milioni di visitatori. E’ appena il caso di ricordare che le opere in mostra sono cadaveri veri, un tempo vere persone, delle quali per motivi di privacy non si può conoscere l’identità ma che una documentazione legale depositata vorrebbe essere stati, in vita, consenzienti al trattamento dei loro resti con la tecnica della plastinazione – una sorta di moderna imbalsamazione che consente anche di rendere rigidi i tessuti – e alla loro esposizione per fini scientifici, didattici e, pensate un po’, artistici, nei modi, nei luoghi e nelle pose preferite dal dottor Gunther von Hagens, anatomopatologo inventore della tecnica e di fatto pure artista-gallerista. Tralasciamo l’interesse scientifico per l’anatomia, imperturbabile e distante; il funzionamento degli organi però, i processi degenerativi dovuti ad invecchiamento, traumi, malattie e comportamenti quali alimentazione sbagliata e fumo, lasciano tracce così evidenti sui corpi da corroborare l’efficacia educativa e la funzione preventiva della loro esposizione. Ma la posa forzata, puntellata, chiodata; la dissezione a pagine, la fissità deviscerata, il pensiero di una seriale sequenza di gesti metodici ed indifferenti praticati su una materia un tempo dotata di coscienza. Ecco, questo un po’ raccapriccia.
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