In vigore dal 27 agosto 2014 la variazione decisa da Roma Capitale del prezzo da pagare per accedere alla variegata quantità di musei ed aree archeologiche di sua competenza (rimane sempre da chiedersi perché di sua competenza e non dello Stato come per i ben altri siti presenti in città: o tutti o nessuno per una politica ed un’offerta culturale unitaria). Alla base di essa una logica in una certa misura condivisibile che si può riassumere in una frase: aumento il biglietto laddove turisti e romani entrano a frotte, cancello il biglietto dove al contrario è raro che qualcuno si faccia vedere: risultato un guadagno netto di denaro e di immagine. Certo si può dire che la misura serve a dare una spinta ai siti meno visitati e ad invogliare chi teme di rimetterci in solido oltre che rimanere deluso. Ma l’aumento tariffario riguarda le istituzioni museali che raccolgono quasi interamente il flusso di fruitori della cultura gestita da Roma Capitale – Musei Capitolini verso i 450.000 visitatori, Museo dell’Ara Pacis circa 260.000, Macro e Macro Testaccio 145.670 (per inciso meno dello Juventus Museum di Torino), Mercati di Traiano 112.316, Museo di Roma quasi 70.000 (dati raccolti per il 2013 dal Giornale dell’Arte e forniti dalle istituzioni museali e dall’Ufficio Statistica del Ministero per i Beni Culturali) -, ai restanti solo spiccioli. Sinceramente questo fa pensare che l’intenzione di gonfiare le casse comunali prevalga rispetto a quella di fare la figura di capitale moderna.
Comunque dalle nostre parti almeno per il 2014 non si pagherà per accedere all’area archeologica della villa di Massenzio, tra il secondo e il terzo miglio dell’Appia Antica, e al Museo delle Mura a Porta San Sebastiano, inventato per farci salire sulle Mura Aureliane. http://www.museiincomuneroma.it/servizi/news/nuove_tariffe_di_accesso_al_sistema_musei_civici_per_l_anno_2014
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