Vigamus – Video Games Museum di Roma ogni martedì e giovedì offre gratuitamente l’opportunità di entrare nella Oculus Room, una sala appositamente attrezzata con Oculus Rift DK2, il visore sviluppato da Oculus VR, tra i dispositivi più convincenti messi in commercio negli ultimi anni, capaci di introdurre la persona che li indossa negli ambienti virtuali di un videogioco e consentirgli di interagire con gli oggetti e i personaggi che lo popolano; esperienza resa ancora più immersiva dalla tecnologia Leap Motion, un sistema fatto di Led ad infrarossi e telecamere in grado di disintermediare la comunicazione tra uomo e macchina e, ad esempio, tradurre nel mondo virtuale sensazioni fisiche come muovere le mani o afferrare oggetti.
Molti degli sforzi delle startup costruttrici negli ultimi anni, compresa quelli della Oculus VR, sono stati concentrati sull’allargamento del campo visivo in modo da restituire al meglio la “presenza” del giocatore, ma ancora di più sul tentativo, se non di eliminare, di ridurre al minimo i tempi di latenza, cioè l’intervallo che, seppure già infinitesimo, passa tra input e output, ad esempio tra il movimento della testa del giocatore e lo spostamento del campo visivo con cui la macchina a quel movimento risponde.
Una dissincronia che nel caso dell’intervallo tra la pressione del tasto invio e l’apertura di una pagina web accettiamo senza drammi (anche perché rassegnati ai disservizi delle compagnie telefoniche), ma che, immersi nella realtà digitale, inceppa evidentemente l’intimo funzionamento biologico del nostro corpo, al punto da provocare mal di testa e nausea. In definitiva facciamo passare come plausibile la sensazione di muoverci mentre il mondo intorno scivola leggermente in ritardo molto più di quanto sia disposta a farlo la macchina evoluta che siamo. http://www.vigamus.com/aree-interattive/oculus-room
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