Negli ultimi anni La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ha setacciato i sepolcreti di Quarto Cappello del Prete non lontano dall’antica città di Gabii, della grande necropoli Collatina, del complesso funerario nel quartiere di Casal Bertone tra le vie Tiburtina e Prenestina, sulla via Tuscolana presso laVilla dei Settebassi, della necropoli di Osteria del Curato, quella di Via Padre Semeria e della necropoli di Castel Malnome; il risultato sono le ossa in buono stato di 1361 individui vissuti prevalentemente in epoca imperiale. Con l’apporto delle università La Sapienza, di Tor Vergata, di Pisa, e della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, attraverso una ricerca multidisciplinare condotta sugli scheletri e sulle fonti storiografiche e scientifiche antiche, ora è in grado di svelare cosa mangiavano, di quali malattie e infortuni soffrivano, come si curavano, quali mestieri praticavano, quando e come morivano gli abitanti senza nome della città guida del mondo. Nelle ossa c’è tutto l’essere umano. O almeno quanto di ripetitivo, fatidico, irriflesso compie e subisce durante i suoi giorni. dalle ossa possiamo capire la sua condizione, il suo destino e quanto nel suo tempo gli è scaduto di coscienza o forse gli è diventato oscuro perchè fatale.
La glabella (sporgenza delle arcate sopracciliari) pronuciata maschio, quasi assente femmina. Orbite oculari rotonde femmina, quadrangolari maschio. Eruzioni dentarie e grado di saldatura delle suture ossee, insieme ad altre discriminanti, possono rivelare l’età al momento della morte. gli sforzi innaturali dei gesti ripetuti mille volte lasciano deformazioni nelle zone di articolazione e legamenti, rivelando se lavorava il campo, raccoglieva il sale, o trattava tessuti nella fullonica (una specie di lavanderia ante litteram).
Non c’è niente da fare, l’anemia disegna piccoli fori sulla superficie del cranio, la malnutrizione righe sui denti e sulle ossa lunghe. Ma anche le malattie genetiche e infettive, i tumori lasciano segni sulle ossa; lo sgorbuto, il rachitismo e la gotta dicono chiaro quali vitamine e proteine mancavano nella dieta, e quali erano in eccesso. Il rapporto quantitativo tra gli isotopi di carbonio e azoto svela poi se ingeriva carne o pesce e cosa mangiassero gli animali macellati.
La fatica e la sofferenza si tramandano. Non certo l’istantaneo legame tra gli sguardi ed il sorriso. Museo della via Ostiense, dal 19 dicembre 2013 al 30 aprile 2014. http://archeoroma.beniculturali.it/sites/default/files/Cat_mostra_ScrittoNelleOssa_4a_bozza_LQ.pdf
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