La storia è nota. Dopo gli splendori degli anni ’50 e ’60 Cinecittà tramonta e i produttori stranieri le preferiscono set a minor costo, specialmente nell’Est Europa. Negli ultimi anni però – dice il New York Times in un articolo di aprile 2015 – particolarmente gli ultimi due, si assiste a una rinascita degli stabilimenti di via Tuscolana, ma anche di Roma come set naturale, con l’arrivo di “Spectre”, ultimo della saga di James Bond, “Zoolander 2” con Ben Stiller e persino il remake di “Ben Hur”, grandioso quanto l’originale, con la ricostruzione, tra gli stabilimenti e Cinecittà World sulla Pontina, del Circo Massimo, l’impiego di 80 cavalli e di migliaia di comparse tutti acquartierate almeno fino al 18 maggio 2015. Roma supera in fascino qualsiasi altra location ma il NYT conviene che molta parte di questa rinascita sia dovuta agli sconti fiscali introdotti per il cinema, in particolare al 25% di Tax Credit (credito d’imposta) attribuito alle produzione straniere che vengono a Roma per realizzare i loro films.
Una mossa magistrale, da tempo adottata in altri paesi, a Roma e in Italia però, che in più hanno un proprio fascino scenografico non riproducibile da nessuna parte. Come dice il professor Antonio Monda, docente di cinema alla New York University e direttore artistico del Festival di Roma: “If you have to spend 100 euros in Rome and 30 in Romania, I’ll go to Romania. But if you can spend 40 in Rome and, say, 35 or 40 in Romania, I’ll go to Rome.” Insomma il cinema di nuovo volano per l’immagine e l’economia del nostro paese. Si spera comunque continuino ad arrivare grandi produzioni, ricche e patinate, che per filosofia e amore della finzione, tramite un grande lavoro di post-produzione, levino almeno virtualmente immondizia e buche dalle strade.
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