La Pop art, l’arte e la cultura apparentemente declassizzate, a partire dagli Stati Uniti degli anni ’60 va a pescare nella contemporaneità, nell’immaginario massificato della gente di tutti i ceti, elevando il consumo, l’oggetto seriale e industriale ad icona artistica della nostra epoca come la Gioconda o la Cappella Sistina è per il Rinascimento; grafica, design, architettura, pittura si mescolano e comunicano tra loro. Una di quelle intuizioni che in Italia – caso raro -, sebbene limitatamente ad una esigua elite di artisti e designer ( Schifano, Kounellis, tra gli altri), attecchisce e circola quasi in contemporanea con originale movimento d’oltreoceano. Ecco che quegli oggetti d’arredamento stilizzati, lampade, elettrodomestici, quei tessuti decorati dai segni primitivi, quei quadri dal soggetto seriale o effigianti cibo in scatola, fumetti e marchi commerciali, lasciano i musei e compaiono anche nel cinema – l’arte pop per eccellenza – dei nostri registi più visionari e innovativi (senza distinzione di genere e diversi tra loro), Fellini, Ferreri, Mario Bava, Damiani, Petri, o meno conosciuti come Giulio Questi che li lascia più volte occupare tutto l’obbiettivo. Si badi una una scelta scenografica consapevole e significativa. Sette i film che saranno proiettati al Pigneto, al cineclub Alphaville dal 17 al 21 ottobre, ecco il programma.
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