Prolungata fino al 31 gennaio 2018 negli spazi del Macro Testaccio La Pelanda (Ex Mattatoio) la seconda edizione di Reaction Roma, grande video installazione ideata e realizzata da Pietro Jona, regista produttore e direttore artistico di Humans Artis, nell’ambito di “Contemporaneamente Roma” 2017, con il sostegno di regione Lazio, Comune di Roma, Siae e la collaborazione del Dipartimento di Scienze delle Comunicazioni dell’Università “La Sapienza” di Roma, del Cine TV Rossellini e quest’anno anche dell’Istituto Cinecittà Luce.
Fino al 10 dicembre 2017 un sito web ha raccolto video e film di vita quotidiana girati nei più svariati anfratti come nel centro turistico di Roma, postati da professionisti dell’audiovisivo ma anche da comuni cittadini, con attrezzature all’avanguardia o con comuni smartphone e tablet, qualsiasi livello di qualità permesso. La produzione e il regista poi, dopo aver visionato 6 ore, 47 minuti e 34 minuti di filmati caricati (pensandoci, non così tanti rispetto agli oceani di immagini che si riversano ogni giorno su internet), si sono incaricati di editare e montare il materiale arrivato, e lo hanno messo in proiezione a ciclo continuo all’interno di un percorso espositivo fatto di grandi schermi. La normale vita in città come tutti la vediamo quotidianamente, inquadrata in vaghe prescrizioni tematiche (io amo, io rido, io rido, io piango,… e così via), si rivelerebbe così ai visitatori nel suo vero aspetto, nel suo viso carico di insospettato valore. Tutto quanto sia scivolato via dal perimetro della nostra attenzione vi ritorna come qualcosa che quella stessa attenzione la merita più di ogni altra cosa.
Sembra ormai ben accetta l’opinione che il “significato”, compreso il nuovo “creativo”, salti fuori da sé, per spontaneo spirito cooperativo, senza la mediazione di un soggetto, e che il soggetto/i soggetti non debbano far altro che esporsi, esserci, nel social movie come nei social network. La Democrazia vera – afferma Roberto Galasso nel suo ultimo L’innominabile attuale – è considerata la democrazia diretta, allergica alla mediazione, nonostante la mediazione si identifichi infine con il pensiero. Ma in esperienze come questa, dove la partecipazione in ogni caso passa per un museo e una regia, si dà democrazia diretta o propaganda di essa? http://www.reactionroma.it/
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