Dopo un’attenta ristrutturazione e quasi vent’anni, venti milioni di euro dello Stato tedesco e l’architetto spagnolo Juan Navarro Baldewege consentono, il primo febbraio di quest’anno, di riaprire il Palazzetto Zuccari, all’incrocio tra via Sistina e via Gregoriana, sede della benemerita Biblioteca Hertziana; senz’altro, per chi nel mondo vuole studiare l’arte italiana e romana, il più importante riferimento di materiale bibliografico e fotografico riguardante il periodo posteriore al tardo antico, rinascimento e barocco in particolare. La biblioteca fu fondata a Roma nel 1913, come istituto della Kaiser Wilhelm Gesellschaft, grazie al lascito della collezionista d’arte Henriette Hertz, che nel 1904 aveva acquistato il palazzetto fatto costruire, con dispendio definitivo delle sue risorse, dall’artista urbinate Federico Zuccari agli inizi del ‘600. Tra le 900.000 fotografie e 277.000 volumi, solo 50% italiani, si conservano 17 incunaboli e 856 stampe del Cinquecento, e autentiche gemme documentarie quali il De Re aedificatoria di Leon Battista Alberti (Firenze, Alamanni, 1485), Buch der Cronicken di Hartmann Schedel (Norimberga, Anthonius Koberger, 1493), I vestigi dell’antichità di Roma di Etienne Du Pérac (Roma, Lorenzo della Vaccheria, 1575), Le cose maravigliose dell’alma città di Roma di Fra Santi di Santo Agostino (Roma, Guglielmo Facciotto, 1595).
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