I rituali dell’antica Roma rivivono presso il Parco della Tombe della via Latina nelle rappresentazioni del Gruppo Storico Romano, un’associazione di archeologia sperimentale che opera secondo protocolli d’intesa con l’Università di Roma Tre, in accordo con il Ministero dei Beni Culturali e il Parco Archeologico dell’Appia Antica. Tre gli appuntamenti in programma. il 22 maggio un saggio filologicamente documentato di Funerale Romano, complessa sequenza di atti purificatori che avevano lo scopo di aggraziarsi il favore dei defunti pur conservando netta la separazione tra essi i vivi. Dal bacio dato al morente dal parente più prossimo per raccoglierne l’ultimo respiro, al corteo della salma con musici e prefiche, fino al luogo di inumazione o cremazione, dove entravano in scena i libitinarii, veri e propri professionisti della sepoltura.
Il 12 giugno va in scena la Captio Virginis, il rituale con cui il Pontefice Massimo sceglieva per sorteggio, tra venti fanciulle aristocratiche da sei a dieci anni, quelle da avviare al ruolo di sacerdotessa di Vesta, divinità cui si lega il più importante, antico e longevo tra i culti della religione statuale di Roma. Per i successivi trent’anni, pena la morte, esse sarebbero dovute restare vergini, e attendere all’ufficio di vigilare il sacro fuoco, fiamma da tenere sempre accesa all’interno dell’aedes, il tempietto dedicato a Vesta nel Foro.
Infine il 10 luglio sarà rievocato il Mundus Patet, letteralmente la fossa è aperta, che si può interpretare come la versione romana tra le feste del mondo alla rovescia, quali ancora oggi possiamo sperimentare con Halloween o Carnevale. Per soli tre giorni all’anno – 24 agosto, 5 ottobre e 8 novembre – veniva riaperto il Mundus Cereris, una fossa artificiale scavata al centro della città, ben chiusa per il resto dell’anno, con l’intento propiziatorio di mettere i contatto i morti con i vivi, in maniera rituale, quindi controllabile e limitata nel tempo. Cerere infatti era la divinità che in qualche modo armonizzava il ciclo vita-morte, legando il mondo ctonio, gli inferi, con la la forza generativa della terra e i buoni raccolti, e, per analogia, con la fertilità delle donne.
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