Come il cinema indipendente, esiste un teatro indipendente, fuori delle grandi produzioni di cassetta e dai grandi teatri; si tiene in spazi piccoli, o al limite all’aperto, le compagnie si propongono e non sono invitate e hanno la massima libertà di espressione e sperimentazione. Il cosidetto Teatro Off, come quello off-Broadway o off-off-Broadway, che sul finire degli anni cinquanta movimentò la scena tetrale newyorkese fuori dalle grandi produzioni commerciali di Broadway. Ebbene ancora prima di quel movimento, nel 1947 in Scozia otto compagnie teatrali scartate dal FEI, il Festival Internazionale di Edimburgo, insieme andarano in scena in maniera indipendente in barba a istituzioni, sovvenzioni e finanziamenti, creando il Fringe Festival (fringe: periferia, frangia), il primo di teatro indipendente. Da allora, in particolar modo dagli anni settanta, quei precusori hanno affiliato, in una sorta di franchising del teatro, manifestazione analoghe in tutto il mondo. Ora anche Roma ha il suo che si terrà a villa Mercede nei pressi della Città Universitaria dal 23 giugno al 15 luglio, in una sorte di full-immersion con 9 spettacoli al giorno, 54 compagnie, concerti, workshop, presentazioni e stand. Per invogliarvi o dissuadervi ad andare, pensate, che so, ad un Carmelo Bene, ad un teatro fatto anche di voci, gesti suoni, corpo, sperimentale in senso largo. Un teatro aperto con unico giudice il pubblico. Prima però diamo un’occhiata al regolamento per le compagnie, criteri di selezione, poteri dell’organizzazione sul sito del festival , ecc. ed esclameremo “santa utopia!”.
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