Novembre dedicato alla quarantesimo anno del Roma Jazz Festival, con concerti distribuiti tra le sale Sinopoli e Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica e la Casa del Jazz. Un giro di boa del duraturo rapporto con Roma nel quale si recuperano alcune delle correnti più istituzionalizzate del jazz, dal manouche alla Django Reinhardt (Radical Gipsy), allo swing dei Crazy Stompin’ Club e dei Paola Ronci & The hot jambalaya; dal jazz più moderno e riconoscibile di Joshua Redman e Brad Mehldau duo e dei rispettivi quartetti di Richard Galliano e Alain Bédard Auguste, alla grande orchestra dei Daniele Tittarelli, New talents jazz orchestra; dalle varianti etnico regionali con gli Omar Sosa & Ylian Canizares fino alla fusion di Stanley Jordan e Billy Cobham.
Insomma – e questo nonostante la presenza di un trio inedito formato da Enrico Nava e Giovanni Guidi sconfinati nell’elettronica sperimentale di Matthew Herbert, delle sonorità indiane dei “Junun” feat Shye Ben Tzur, Jonny Greenwood & The Rajasthan Express e del giovane fenomeno Jacob Collier nato su internet – un quarantesimo compleanno in controtendenza rispetto alle molteplici evoluzioni del jazz, sempre più nume tutelare, appiglio simbolico e idea guida per tanti, nuovi modi di fare musica senza confini statuali o limiti etnici. Una musica, prima rituale e popolare, poi d’intrattenimento, poi ancora cervellotica o addirittura colta, infine giovanilisticamente rivoluzionaria, oggi involucro che accoglie chiunque in grado di conservare una libertà improvvisatoria tale da regalare i suoi frutti emotivi nel qui ed ora del concerto. http://www.romajazzfestival.it/
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