Il Ministero dei Beni dei Beni Artistici e Culturali in prima fila fino a 2016 inoltrato con risorse e finanziamenti per celebrare il quarantesimo anniversario della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, in tutta Italia e naturalmente anche a Roma, culla ispiratrice della sua poesia (l’elenco completo di manifestazioni e luoghi su http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_232948987.html. Malgrado qualcuno possa pensare si tratti di un esercizio intellettuale da attribuire esclusivamente alla élite illuminata ormai stabilitasi nei ministeri, l’apoteosi del poeta cineasta, ad anni di distanza dal suo squallido assassinio tra le baracche di Ostia, misura in realtà – complice il jet set cinematografico, gli scandali e i processi che lo hanno sempre accompagnato (ancora oggi motore dell’interesse del pubblico mediatico) – quanto quella società e quella televisione da lui aborrita, allora solo all’esordio, abbiano avuto la meglio. Certo più che le sue idee e il modo in cui le ha espresse.
Anzi oggi il grande fustigatore della società capitalistica, dalle abitudini più che discutibili, accusato di corruzione di minori e pedofilia, sarebbe lapidato dai social network e trattato come uno dei casi cronaca seriale tanto apprezzati da telegiornali e talk show. Con buona pace della sua critica radicale alla società e del valore artistico delle sue opere, aspetti che farebbero fatica ad emergere e tanto più a restare. In altre parole Pasolini risorge perché ha operato in un’epoca in cui gli intellettuale contavano qualcosa ed erano in grado di lasciare un seme nelle generazioni future, compresi coloro che oggi gestiscono il potere; ma risorge soprattutto perché il mondo che combatteva infine ha avuto ragione di lui.
Così Pasolini è il soggetto ideale per chiunque non voglia far passare nel silenzio il proprio massaggio. A proposito, assolutamente da andare a vedere grande murales dell’artista internazionale Nicola Verlato nella pasoliniana Tor Pignattara; su un muro di periferia una sintesi di tutto l’universo figurativo italiano degli ultimi mille anni.
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