Il contemporaneo, l’avanguardia, l’arte, la danza, il teatro, la musica che sperimenta in Italia ed Europa; tutto lo spettacolo “colto” selezionato dalla Fondazione Romaeuropa confluisce nel Romaeuropa Festival, tra quelli italiani più sostenuti dal Mibac e più accreditati all’estero. E scegliere è una grossa responsabilità per una fondazione che, seppure nata come associazione privata, conta nel suo consiglio di amministrazione rappresentanti di tutti gli Enti locali, a cominciare da Roma Capitale, e dei più importanti enti di gestione culturale della città compresi alcuni istituti di cultura stranieri. La cultura, l’arte, il teatro contemporanei, costantemente sollecitati dalle innovazioni tecnologica, sono una corrente continua, ricca, inestinguibile, molte volte sotterranea. Riuscire a pescarvi quello che merita l’appoggio pubblico, capire che cosa ci sia di veramente rappresentativo di un epoca mentre quell’epoca si srotola sotto i nostri occhi è una scelta quasi esclusivamente politica.
Scommettere su una danza dai movimenti sempre più sincopati, una musica di suoni astratti e slegati, un fluire di immagini mescolate, è più rischioso che mettere al sicuro Pompei. E pensate che in Italia non si fa neanche quello. Due mesi, dal 24 settembre al 25 dicembre, 12 palcoscenici diversi, tra i quali il Palladium di Roma Tre, le Officine Telecom, L’Eliseo, il teatro Vascello, il Brancaleone, l’Argentina, e l’Auditorium della Conciliazione; inoltre Digital Life, dove le nuove tecnologie incontrano l’esperienza artistica. tutto su http://romaeuropa.net/it/festival/programma.html.
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