Nel 1963 Pier Paolo Pasolini, andando in giro per l’Italia a cercare le ambientazioni più degne per il suo Vangelo secondo Matteo, utilizzava i mezzi di ripresa a disposizione per filmare, ovunque andasse, la gente di ogni estrazione e ceto, mentre rispondeva alle sue domande su amore e sesso; assolutamente oltre i tempi. Ne veniva fuori un quadro degli italiani tarlato di ignoranza, pregiudizio e superstizione, ma vero. Un uguale bagno di verità ci servirebbe oggi, stretti come siamo tra la convinzione di esserci in ogni forma emancipati – il che ci rende incapaci di formulare un nostro pensiero, non solo su cosa sia l’amore – e la necessità del sistema di darci al contrario delle idee sicure da monetizzare, anche sull’amore. Al cinema Trevi, la Cineteca nazionale, Comizi d’Amore di Pier Paolo Pasolini. Segue dibattito con Laura Delli Colli, Sveva Avveduto, Luciana Castellina, Marco Tullio Giordana, Ugo Gregoretti.
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