In quasi un secolo di età e 60 anni di pittura, Pierre Soulages dimostra quanto il nero, il buio, il nulla primigenio involuto e non risolto, trasposto sulla tela e offerto allo sguardo mobile dello spettatore, si muove esso stesso, esprime un senso e sprigiona luce vitale. Un percorso la cui longevità biologica e lucidamente creativa dialoga in opposta simmetria con quello breve e distruttivo di Rothko, termine naturale di confronto, per il quale l’astrazione, la tela colorata sono state il codice del baratro, il portale d’ingresso prima violaceo di depressione, poi cremisi di vene svuotate. E gli ultimi anni, tra i suoi 80 e 90, pur nelle misuratissime innovazioni tecniche e di materiali, sì sono gli anni della maturità, ma quella già raggiunta dalla fine degli anni ’40. A Villa Medici, l’Accademia di Francia di Roma, con l’aiuto del Musée des Beaux-Arts di Lione espone in Soulages XXI secolo, le opere dell’ultimo decennio dell’inesauribile quanto celebrato pittore francese. http://www.arte.rai.it/articoli/opere-in-nero/20421/default.aspx
Lascia un commento