Nel 2010 per le strade polverose e tra bassi edifici del Quadraro Vecchio, su iniziativa dell’artista David “Diavù” Vecchiato, nasce il Museo di Urban Art di Roma (MURo), un progetto di street art che punta al recupero della periferia malata di degrado e al coinvolgimento della popolazione nelle scelta e nella gestione degli spazi, poggiando sul rivoluzionario assunto, proprio di tutta la street art, che più che demusealizzare le opere o i musei, ormai l’arte è pronta per nascere direttamente nelle strade e tra le persone. E questo non come concessione di un committente o di un artista ma come principio generativo che si può rinvenire nello spirito e del senso finale delle opere. Dopo due anni di rodaggio, negli ultimi tempi molti dei muri più scalcinati dell’ex borgata partigiana sono stati ricoperti dai dipinti di alcuni dei più ricercati artisti italiani e stranieri del movimento. Dagli Stati Uniti Jim Avignon, Gary Baseman, Ron English, Beau Stanton, poi il francese Zelda Bomba, il messicano Malo Farfan e naturalmente tanti italiani, come Nicola Alessandrini, AliCè (Alice Pasquini), Marco About Bevivino, Alberto Corradi, Massimo Giacon, Gio Pistone, Irene Rinaldi, Alessandro Sardella, Mr. Thoms e dal fondatore David “Diavù” Vecchiato.
Via dei Pisoni, decorata dai graffiti di English, Stanton e Avignon, sia avvia ad essere per la street art ciò che è l’enorme sala della pittura rinascimentale del Louvre. E poi Baseman a Piazza dei Quintili, Gio Pistone a via dei Lentuli, Mr. Thoms a via Decio Mure, Nicola Alessandrini e Lisa Gelli e Diavù a Piazza dei Tribuni. La mappa per visitare questo quartiere-museo in continua evoluzione la potete trovare su http://muromuseum.blogspot.it/p/map.html
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