Il lavoro fotografico fatto da Andrea Frazzetta due anni fa per National Geographic, percorrendo la via Appia Antica da Roma a Brindisi, viene riproposto in una mostra immersiva al Complesso di Capo di Bove. “A Roman-era ‘superhighway’ is disappearing. Italy has a plan to save it”. Il titolo della prestigiosa rivista voleva testimoniare a ragione la singolare tensione che negli ultimi dieci anni (dal cammino perlustrativo di Paolo Ruiz del 2015) si è creata intorno all’antica arteria e i suoi 540 chilometri, tra ciò che ne rimane, ciò che di essa è perduto e quanto si può ancora perdere.
Nella proiezione immersiva su doppio schermo, commentata in italiano e inglese, ci sono tombe antiche, scavi archeologici, anfiteatri e colonne, ma esse si alternano a campi di grano, parchi eolici, svincoli asfaltati, paesini, e ancora uliveti, paesaggi rupestri e persone più o meno ignare del suolo su cui conducono la loro vita quotidiana. Tra la villa dei Quintili e la pizzica a Mesagne in Puglia, tra nord e sud, tra occidente e oriente, nella curva temporale ininterrotta dei millenni, resta comunque la sensazione di avere a che fare con qualcosa di ancora vivo. In virtù o nonostante la candidatura a Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
La mostra è aperta fino al 1° dicembre 2024 con i seguenti orari: da aprile a settembre, 9:00-19:15 (ultimo ingresso alle 18:45); ottobre, 9:00-18:30 (ultimo ingresso alle 18:00); da novembre a dicembre, 9:00-16:30 (ultimo ingresso alle 16:00), chiuso il lunedì. La mostra è inclusa nel biglietto di 4,00 euro per quattro siti e in quello cumulativo da 12,00 euro settimanale; è gratis per i possessori di Appia Card. I biglietti sono acquistabili online o su app Musei Italiani, oppure ai totem d’ingresso, esclusivamente con carta di pagamento elettronico.
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