Andy Warhol non avrebbe potuto sperare di meglio. Per la prima volta le sue opere, dopo decenni in musei e gallerie, almeno in Italia, sono esposte in un grande centro commerciale, cioè in uno di quei non-luoghi – così come li hanno definiti – che non risultano dalla lenta sedimentazione urbana intorno alle attività umane, ma che qualcuno in una notte decide siano costruiti in mezzo alla campagna per essere tempio del commercio, della vendita di prodotti in serie, proprio gli oggetti pop che insieme allo spettacolo e i personaggi che li pubblicizzano costituiscono i soggetti privilegiati delle opere serigrafiche dell’artista. Per iniziativa di Pubbliwork, prima di partire e far tappa a Torino, Firenze e Napoli, la raccolta itinerante di quaranta opere sarà esposta al Romaest fino al primo febbraio 2015. Pare che proprio agli inizi degli anni ’60, l’epoca dei barattoli Campbell’s in esposizione tra le altre opere, Wharol si accorge che la sua attività di grafico pubblicitario per i negozi del centro lo costringe ad inseguire sul piano artistico l’eleganza dei prodotti costosi, non ordinari, destinati ad un’élite, e a rinunciare allo sforzo critico sull’esistente, di conseguenza al vero carattere di un’arte dirompente, innovativa. Intuì allora che per poter entrare a gamba tese nel presente ed innovarsi anche dal punto di vista figurativo, avrebbe dovuto rivolgersi e trattare come Monna Lise i prodotti seriali, di dubbia qualità nella sostanza e nel packging, accessibili a tutti nei supermercati dei quartieri popolari del Queens, del Bronx e di Brooklin, come delle più estreme periferie.
Avrebbe dovuto in altre parole sputare nel piatto dove mangiava e mostrare il vero volto della società capitalista, assorbendo l’effimero, il basso, il popolare, la vita disumana, il cibo merda pasoliniano, nell’empireo dell’arte. Oggi la produzione di massa, il consumo ad oltranza, proprio nella frontiera delle periferie dimostra che per sopravvivere deve ingoiare ed digerire qualsiasi cosa, anche la critica a sé stessa. http://www.pubbliwork.it/2015/warhol_roma/home.php?sel=roma&vsel=roma
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