William Kentridge, sudafricano di Johannesburg, è uno degli artisti contemporanei più richiesti al mondo ed assiduo frequentatore di Roma (sei sue opere fanno parte della collezione permanente del Maxxi). Da qualche decennio disegna generalmente col carboncino figure che ricordano schizzi preparatori di per sé abbastanza convenzionali; li espone come tali, oppure – bisogna ammettere con risultati più sorprendenti – li utilizza in film d’animazione, ovvero sovrapposti a giochi di ombre in performances o anche come suggestivi sfondi teatrali. Con un segno che oscilla tra l’illustrazione e la macchina da teatro delle ombre si è fatto cantore dell’arte impegnata contro l’apartheid, il colonialismo, il razzismo.
Dopo un lungo tira e molla con l’Assessorato alla Cultura per tramite della Onlus Tevereterno, l’artista ha infine avuto il permesso e il sostegno degli sponsors per illustrare il muraglione del Tevere tra Ponte Mazzini e Ponte Sisto (mezzo chilometro) con una mastodontica processione di 80 disegni ritraenti vincitori e sconfitti emblematici della storia di Roma, dal titolo Triumphs and Laments; in essi la tradizionale tecnica dello stencil è stata reinterpretata ripulendo selettivamente la superficie dalle concrezioni brune di smog e patina biologica in modo che ne emergesse la sagoma. L’opera, che sarà inaugurata il 21 e il 22 aprile 2016, prevede per la sua stessa natura una scadenza: quando lo sporco degli agenti atmosferici avrà di nuovo interamente ricoperto i colossali argini inevitabilmente essa scomparirà.
Ma pare che questo sia il suo risvolto dinamico, se non addirittura l’appendice concettuale decisiva per la sua riuscita, la nemmeno tanto lenta performance della natura e dell’inquinamento. http://www.triumphsandlaments.com/
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